NATO A PANTELLERIA ? SI, GRAZIE !

IL GOVERNO DECIDE DI CHIUDERE I PUNTI NASCITA: PANTELLERIA TRA QUESTI: CHE FARE?

dal sito Marsala.it:
30 settembre 2011

Parte la riforma dei punti nascita. In provincia chiudono Mazara, Marsala e Pantelleria.

nurseryPALERMO. Parte la tanto temuta e criticata riforma dei punti nascita in Sicilia. Chiuderanno i battenti 23 strutture su un totale di 70 tra pubbliche e private che operano nelle nove province dell’Isola.
«Saranno chiusi i punti nascita che registrano meno di 500 parti l’anno, sulla base delle indicazioni e criteri chiari previsti dall’accordo Stato-Regioni – ha detto l’assessore per la Salute, Massimo Russo, illustrando al congresso nazionale organizzato dalla Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, il decreto regionale di riordino e riorganizzazione della rete di punti nascita siciliana. L’obiettivo è passare dagli attuali 70 a 47 salvo ulteriori riduzioni su suggerimento dei direttori generali delle aziende ospedaliere».
Il decreto prevede al momento una deroga alla chiusura solo per le unità operative di Ostetricia di Bronte, Mussomeli, Nicosia, Santo Stefano di Quisquina e Corleone, «salvati» dal decreto perché «nel ridisegnare la mappa dei punti nascita – ha precisato Russo -, si tiene conto se si tratta di zone interne, della difficoltà e della tempistica nel raggiungerli sia con le ambulanze sia con i mezzi privati e della “copertura” del presidio ospedaliero».
Dovrebbero quindi essere cancellati dalla «mappa» siciliana i punti nascita di Cefalù e Petralia Sottana (Palermo); Paternò (Catania); Licata (Agrigento); Mazzarino e Niscemi (Caltanissetta); Leonforte e Piazza Armerina (Enna); Barcellona, che si integra con Milazzo, Mistretta, Lipari (Messina). Sempre nel capoluogo dello Stretto si sono accorpate nel tempo le unità di Ostetricia e Ginecologia del Papardo e del Piemonte; Comiso (Ragusa); Augusta (Siracusa); Mazara del Vallo, Marsala e Pantelleria (Trapani). A questi bisogna aggiungere i punti nascita già chiusi da qualche tempo Palazzo Adriano (Palermo) e alcune case di cura convenzionate.
«La scelta può sembrare impopolare – ha osservato l’assessore per la Salute – ma va nella direzione di assicurare la sicurezza delle donne e dei bambini. Ci sono, infatti, delle chiare indicazioni del ministero della Salute che parte dalla logica di rispettare le regole. Questo provvedimento ci allinea alle altre regioni: pensate che in Emilia Romagna ci sono appena 24 punti nascita».